Stradella: Amare e fingere

 
Stradella: Amare e fingere cover
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ALESSANDRO STRADELLA
Stradella: Amare e fingere
Ensemble Mare Nostrum; Andrea De Carlo; José Maria Lo Monaco; Paola Valentina Molinari; Silvia Frigato; Mauro Borgioni; Luca Cervoni; Chiara Brunello

[ Arcana / 2 CD ]

Release Date: Friday 12 November 2021

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The discovery of the inventory of an extraordinary collection of music from the late seventeenth century has made it possible to track down a previously unknown work by Stradella: Amare e fingere (Loving and feigning), composed in Rome, but performed in Siena in 1676. Love, jealousy, dissimulation, false identities, intrigue, festive celebrations and duels form the ingredients of this opera, whose libretto, probably attributable to Giovanni Filippo Apolloni, is inspired by a Spanish comedy of the time. The action, set in a fairytale 'Arabian countryside', is triggered by love affairs between characters who appear to be of different rank, and which are therefore prohibited by social conventions. In a crescendo of tension, the plot is resolved in the final scene, when the true identities of the characters, all of royal rank, are revealed, leading to the classic happy ending. Along with Doriclea, also recently rediscovered, Amare e fingere, the seventh recording of the Stradella Project, sheds new light on its composer's Roman operatic output.

Tracks:

Perché fuggi, crudel
Chi non sa che la mia Clori
Mentre il sol coi raggi indora
E quando mai s'udì
Chi di voi m'insegna a fingere
Erinda, non dormire
Libertà, libertà!
Seren di libertà
Sì, sì, sì, fuggirà
Quando, quando rivedrò
Son qui, mio bene
S'il destino lo chiede
Olà, bando agli amori
Chiama Celia se sai
Ninfe care, ninfe belle
Del tuo real giardino
Viva Celia
Non più
Oh mio cor
Oh, che porco gigante
Fuggo i lampi
Apri i lumi, oh Silvano
Ti piegasti una volta
Ed è ver, bella Clori
La febbre che nasce
Io son pur solo
Che chi non può dormire
Ah, perduti contenti
Stella rea
Oh Fileno crudel
Fa pur quanto vuoi
Ma che miro
Ma che miro
Qual fiera tenzone
Chi dunque vi da legge
Quando il giorno è bendato
Alla fuga o ciechi orrori
Gran contento, o Rosalbo
Figlia, che fai?
Numi voi che di lassù
S'un disperato affetto
E dove erra Fileno?
Che sento, ohimè
Che barbara pietà
Piano, piano di grazia
Egli è sparito affé
Così barbaro sei
Misera
Prendi quest'ultime tenere lagrime
Qual voce flebile
Chi maltratta i miei servi?
Olà! Taccio
Selce umil
Sì, sì Celia risolvi
Quando avran fine
O questa è bella
Che porti Erinda?
Tu m'aggiri
Se di nome reale
Ira, sdegno, furor
Ah perfido Rosalbo
Fermate olà fermate
Ogni punto, ogni istante
Aspettar non venire
Dubito che Silvano
Ma dov'è Clori?
Per te, Clori diletta
Qual amico t'abbraccio
Non finger più
Altro non bramo
Erinda, che rimiri?
Venite contenti